martedì 8 marzo 2016

Homework #0





















Presentando la montagna dell'anima incontro prima ancora della macchina la ricerca smisurata dell'io nel paesaggio cinese che mi sta accompagnando nella ricerca di dottorato. Dove il mistero di ciò che rimane fuori dalle grandi città si mescola alla tragedia delle storie che si annidano nella foresta, dal lascito delle barbarie dell'uomo, alla delusione dei miseri alla superstizione che abita il sacro (e il profano). La montagna dell'anima è prima di tutto un"io" e un "tu", dove i nomi si perdono come la verità del mondo razionale. Un assaggio fondamentale per chi lascia l'Europa e cerca di relazionarsi con una cultura tanto diversa, dovendosi prima abbandonare e ricostruirsi pezzo pezzo. Senza timori. Senza pregiudizi. Questo forse accade nel lungo flusso di coscienza che presenta Gao.

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